Kickboxing

ritaq     semicontact     full contact     low kick

La kickboxing nasce negli USA nei primi degli anni ’70 sotto la scia dei film di Bruce Lee. Nel 1974 Mike Anderson, coadiuvato dal campione di taekwondo Jhoon Rhee, mise a punto le regole del Full Contact. Con il termine kickboxing si intendono una serie di discipline specifiche con regolamenti diversi e diversa storia, che in comune hanno solo l’utilizzo delle arti marziali come sport.

DA WIKIPEDIA
Il termine “kickboxing” è stato coniato in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, il taekwondo coreano ed il sanda cinese.

I promoter giapponesi, vedendo il successo dei match di boxing thailandese, decisero di eliminare i colpi di gomito, ginocchio e le prese. Rimase uno sport da combattimento nel quale gli atleti usano pugni e calci alle gambe, al tronco ed al viso. Si usavano i calzoncini corti come nella boxe e nelle boxe thailandese e nacque così la “kickboxing giapponese”, poi abbreviata in “kick boxing” o “kickboxing”.

Gli americani, precedentemente, avevano iniziato a organizzare gare di kung fu e di karate a contatto pieno (full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché negli anni ’70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e del taekwondo e nacque così il Full Contact Karate.

Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe.

Successivamente, in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui “K” sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento e che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.

Viste le borse elevatissime e l’entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K 1 ( diviso in due tornei: il K 1 GRAND PRIX, riservato ai Pesi Massimi e il K1 MAX, riservato alla categoria dei Pesi Medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine “K-1″ ha assunto attualmente l’accezione di uno sport da combattimento a se stante, benché vi partecipano atleti provenienti dal muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili. Da qui, i migliori atleti del mondo, si confrontano a Tokyo per la finalissima. Il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.

  • Semi Contact: l’esasperazione del tempismo, chi arriva primo fa punto. Il contatto dovrebbe essere quasi assente.
  • Light Contact: contatto leggero, si combatte su un tatami 8m x 8m. Il contatto leggero e l’ampio spazio assicurano la spettacolarità dell’incontro. L’incontro si vince per i punti acquisiti.
  • Kick Light: calci bassi, variante della Low Kick con contatto leggero non è ammesso il KO. E’ possibile calciare le gambe con calci circolari molto efficaci che pregiudicano la stabilità e minano l’avversario, L’incontro si vince per i punti acquisiti.
  • Full Contact: contatto pieno, si combatte in un ring, tipicamente quello della boxe tradizionale. I colpi sono pugni della boxe e calci di qualunque stile. Il combattimento è finalizzato al KO. Non è valido colpire sotto la cintura.
  • Low Kick: calci bassi, variante del full contact. E’ possibile calciare le gambe con calci circolari molto efficaci che pregiudicano la stabilità e minano l’avversario, è ammesso il KO
  • Kick Jitsu: combattimento di Light Contact dove sono ammesse le proiezioni e le finalizzazioni a terra (si avvicina all’MMA)
  • MMA: Combattimento di arti marziali miste il quadrato di gara è una gabbia.

LA KICK BOXING

Quando un atleta si accosta per la prima volta a uno sport da combattimento e, nel caso particolare, alla kickboxing, solitamente la prima cosa che gli si spiega è che la Kick Boxing è suddivisa in diverse specialità che a un primo approccio possono sembrare molto simili ma che in realtà presentano caratteristiche profondamente diverse che rendono questo sport estremamente vario e duttile. A seconda delle caratteristiche peculiari dell’atleta, l’insegnante indirizzerà quest’ultimo verso il semi-contact o il light-contact; un discorso a parte è riservato al full-contact, per il quale si richiedono metodi particolari di allenamento, oltre a una maggiore assiduità nella preparazione e frequenza tanto per i dilettanti quanto per i professionisti.
Questa piccola relazione ha come fine la spiegazione di tutte le discipline contact, cosa che potrebbe sembrare molto semplice a un praticante, ma che si rivela più complicata per chiunque non abbia mai avuto una minima esperienza del genere e si accosta per la prima volta al mondo degli sport da combattimento.
A tal proposito chi vi scrive invita ognuno di voi a provare almeno una volta a fare questo tipo di allenamento, poiché si tratta di una pratica sportiva estremamente salutare e al contempo piacevole e affascinante.

IL SEMI CONTACT O POINTFIGHTING

Tipo di combattimento non continuato a punti e, come dice la parola stessa, a contatto limitato che richiede specifiche doti di prontezza e velocità che rendono questa disciplina unica e molto differente dalle altre due specialità della kickboxing (è più vicina ad esempio al Kumite nel Karate).
Se dovessimo fare un parallelo con un altro sport, potremmo dire che il semi-contact è il “fioretto” delle arti marziali, con la sola differenza che al posto del fioretto si utilizzano gli arti del nostro corpo.
Di estrema importanza la considerazione della distanza dall’avversario in quanto è sufficiente toccare appena un bersaglio valido per fare punto, proprio per questo motivo per accorciare una distanza abbastanza grande è essenziale agire in modo fulmineo e repentino, fondamentali in tal caso i colpi in sbilanciamento, i cosiddetti “blitz” ad esempio: tecnica di braccia eseguita spingendosi con tutta la forza sull’avversario perdendo l’aderenza delle gambe al suolo, in modo da non dare al contendente il tempo di organizzare una difesa, prendendolo sul tempo e di sorpresa.
Il combattimento si svolge sulla distanza di 2 minuti a round, solitamente uno per le eliminatorie e in numero da concordare per le finali, a seconda del tipo di manifestazione che si tiene e a seconda delle direttive della federazione.
I giudici sono 3: un arbitro centrale, che è libero di muoversi sul quadrato di gara durante il match e 2 giudici di linea, che si tengono a distanza dei contendenti e a ridosso delle linee che delimitano l’area di combattimento.
Ogni qualvolta un atleta mette a segno una tecnica valida l’arbitro centrale ferma il combattimento (ATTENZIONE! non ferma il tempo. Nel semi contact il tempo di gara non è effettivo, ma si ferma soltanto quando il giudice dà il comando stabilito a tal fine, in caso di richiamo o di infortunio) e procede all’assegnazione dei punti, concordando il suo giudizio con quello degli altri due giudici.
L’assegnazione avviene a maggioranza dei giudizi espressi dalla terna arbitrale.
Il numero dei punti che assegnati varia a seconda delle tecniche portate a segno; tengo a sottolineare che sebbene non si tratta di kumite (il karate sportivo, che a differenza del semi non prevede i colpi in sbilanciamento), la tecnica deve comunque essere “pulita”, precisa, in equilibrio e consapevole ovvero l’atleta che deve guardare il bersaglio che colpisce, cercando di evitare di effettuare una tecnica “cieca” che, a norma di regolamento, non deve essere ritenuta valida.
Ritornando alla varietà del numero di punti da assegnare in base ai colpi portati a segno. Il punteggio è così suddiviso:

  • Tecnica di pugno al corpo: 1 punto
  • Tecnica di pugno alla testa: 1 punto
  • Tecnica di pugno in volo: 1 punto
  • Tecnica di calcio al corpo: 1 punto (2 punti iska iaksa)
  • Tecnica di calcio alla testa: 2 punti (3 punti iska iaksa)
  • Tecnica di calcio al corpo in volo: 2 punti (4 punti iska iaksa)
  • Tecnica di calcio alla testa in volo: 3 punti (5 punti iska iaksa)
  • Tecnica di spazzata seguendo il senso articolare della gamba colpita: 2 punti (1 punto se quello che esegue la tecnica tocca il suolo con qualsiasi parte del corpo), quello che subisce “deve toccare con qualsiasi parte del corpo cadendo”

E’ possibile che l’arbitro oltre ad assegnare i punti, proceda anche alla sottrazione degli stessi a causa di fattori come l’eccessivo contatto, scorrettezze varie, comportamenti anti-sportivi, fino ad arrivare alla squalifica dell’atleta responsabile di azioni non in linea con lo spirito sportivo e marziale.
Le misure regolamentari dei quadrati di gara sono di 6m x 6m o 8m x 8m a seconda degli spazi concessi.

I punti vengono sottratti anche in caso di uscita dal quadrato di gara, in linea di massima, salvo diverse disposizioni, le prime due uscite sono concesse, la terza prevede la sottrazione di 1 punto, la quarta (eventuale altra sottrazione di punto) e/o la quinta con la squalifica dell’atleta. E’ considerata uscita anche il semplice appoggio di uno dei piedi fuori dalle linee del quadrato, ma non viene segnalata l’uscita in caso di spinta da parte dell’avversario.
Alla fine dei 2 minuti il giudice centrale assegna la vittoria all’atleta che naturalmente ha conseguito il maggior numero di punti (nel caso in cui uno dei due atleti raggiunge uno stacco di 10 punti dall’avversario, viene automaticamente assegnata la vincita indipendentemente dal tempo rimasto). (Iska Iaksa nelle finali 15 punti di differenza)
Le regole del semi prevedono un abbigliamento specifico, costituito dalla divisa della squadra di appartenenza: casacca , pantalone e cintura che attesti il grado di preparazione dei contendenti.
Inoltre gli atleti devono indossare le seguenti protezioni:

  • Casco da gara
  • Paradenti
  • Guantoni omologati per questo tipo di combattimento (consigliati aperti da semi contact, dita sempre coperte)
  • Conchiglia per i maschi, corpetto protettivo per le femmine
  • Paratibie
  • Calzari protettivi omologati per questo tipo di combattimento

La posizione di guardia che è preferibile mantenere durante un combattimento piuttosto laterale nell’intento di dare meno bersagli disponibili all’avversario.
Tutto questo in nome di una disciplina che non si basa sulla forza o sulla violenza, ma sull’astuzia, il tempismo, la velocità di esecuzione, il colpo d’occhio e, naturalmente, la tecnica.

IL LIGHT CONTACT

Il light contact è forse la massima espressione tecnica della kickboxing. Si tratta di un tipo di combattimento a contatto leggero, continuato sulla distanza di 2 round da 2 minuti ciascuno.
In questo caso l’atleta ha la possibilità di muoversi sul quadrato liberamente e di svolgere il combattimento senza che l’arbitro fermi l’incontro dopo ogni singola tecnica portata a segno. La distanza da mantenere tenere non è eccessivamente lunga, anzi gli atleti possono trovarsi anche a una distanza cortissima, abbinando alle tecniche di gambe gli stessi colpi ereditati dalla classica boxe: diretti, ganci e montanti. L’arbitro centrale ferma l’incontro solo in caso di break, per distanziare gli atleti in clinch o in caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze varie o uscita dal quadrato di gara. Oltre all’arbitro centrale, altri 2 giudici di sedia, definiti in tal modo perchè seduti agli angoli opposti del quadrato, che appuntano le segnalazioni nelle loro apposite schede, come peraltro fa anche il giudice centrale, assegnando le riprese all’uno o all’altro atleta coi punteggi di 10-10 in caso di parità , 10-9 in caso di leggera preferenza per uno dei contendenti, 10-8 nel caso di una netta superiorità dell’uno sull’altro.
Anche qui gli atleti pagano le uscite, con richiami e sottrazioni di punti, fino alla quinta uscita che determina la squalifica dell’atleta. Le uscite sono cumulative, quindi quelle del secondo round si sommano a quelle del primo.
La guardia da mantenere in questo tipo di combattimento è preferibilmente frontale o al massimo semifrontale, posizione ideale per portare colpi come il gancio o il montante che vanno eseguiti sulla corta distanza, cosa impossibile da realizzarsi nel semi-contact. Il quadrato di gara misura 6m x 6m o 8m x 8m a seconda delle esigenze, o anche in un ring (di conseguenza l’opzione delle uscite è annullata)
L’abbigliamento regolamentare è costituito da maglietta e pantalone.
Le protezioni obbligatorie sono:

  • Casco da gara
  • Paradenti
  • Guantoni da 10 once
  • Conchiglia per gli uomini, corpetto per le donne.
  • Paratibie
  • Calzari omologati per questo tipo di combattimento.

In questa disciplina è molto importante la perfezione stilistica dei movimenti, la mobilità sulle gambe e sul tronco, il fiato e la velocità .

LA KICK LIGHT

Esiste infine una versione del light-contact, definita Kick Light, che aggiunge alla tradizionale formula del light-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite: l’unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura.
La differenza con il tradizionale light-contact è che nella kick light le distanze si accorciano ulteriormente e l’atleta necessita di una prontezza e di una mobilità maggiore per evitare i pericolosissimi calci portati sotto la cintura e sferrati nella coscia, che naturalmente danno punti.

IL FULL CONTACT

Il Full-Contact è la componente più impegnativa delle discipline contact. Prevede una preparazione estremamente dura da parte dell’atleta che dovrà affrontare un tipo di combattimento le cui regole, a differenza delle altre due tipologie già descritte, prevedono la vittoria per Knock-Out o per K.O. tecnico, cioè per intervento arbitrale in caso di eccessiva (e pericolosa) passività dell’atleta o per intervento medico in caso di ferite che impediscano all’atleta il proseguimento del match.
Il combattimento è suddiviso in round da tre minuti ciascuno, in numero da concordare prima dell’incontro, a seconda che si combatta nella categoria dilettanti o professionisti o secondo quanto previsto dai diversi regolamenti federali. Come ho già specificato il combattimento è a pieno contatto ed è previsto il K.O., ma non per questo si deve ritenere il full contact come uno sport pericoloso o da evitare, ma soltanto come una pratica sportiva che richiede sacrifici maggiori, una preparazione anche al di fuori dell’orario di palestra, una dieta bilanciata concordata con un medico sportivo, e, se mi è concesso, una certa predisposizione naturale.
I colpi possono essere portati soltanto al di sopra della cintura, quindi, (chiariamolo una volta per tutte, dato che molti miei allievi mi fanno sempre la stessa domanda), sono proibiti i low-kick, micidiali calci portati con le tibie sui muscoli laterali del femore.
Gli incontri di svolgono in un classico ring; il giudizio è affidato a una giuria di sedia che assiste all’incontro a bordo ring, assegnando le riprese coi punteggi di 10-8, 10-9, 10-10. Il verdetto finale è data a maggioranza dei giudizi espressi. Tutto ciò se l’incontro non finisce prima del limite per knock-out o per intervento medico.
Posso solo dire che, secondo il mio modesto parere, tra le discipline a contatto pieno il full è quella più affascinante e bella da vedere, dato che gli atleti non pensano soltanto a “picchiarsi”, ma fanno sfoggio di tecniche di alta scuola, come calci in rotazione, saltati e non, cercando di unire alla potenza dei colpi una perfezione tecnica e una spettacolarità che non è facile di solito riscontrare nelle altre discipline a pieno contatto.
Naturalmente la posizione di guardia da tenere in questa disciplina è quella frontale o semifrontale, poiché ad un ottima preparazione nelle tecniche di calcio deve accompagnarsi una altrettanto valida preparazione nel pugilato.
L’abbigliamento obbligatorio è costituito dal semplice pantalone, mentre le protezioni essenziali sono:

  • Casco da gara (solo per i dilettanti)
  • Paradenti
  • Guantoni da 10 once
  • Conchiglia per gli uomini, corpetto per le donne
  • Paratibie
  • Calzari omologati per questo tipo di combattimento

Mi auguro di essere stato esauriente e di avere chiarito molti dubbi su quelle che sono le differenze fondamentali tra il semi, il light e il full contact.
Allora a presto, ragazzi!!!
Ci vediamo in pedana.

Come già accennato, la kickboxing (LOW KICK) prevede l’utilizzo di tecniche di pugno e di calcio. Le principali sono riportate di seguito:

Tecniche di pugno

Le tecniche di pugno utilizzate nella kickboxing sono le stesse del pugilato occidentale: diretti, ganci, montanti e combinazioni dei tre:

Diretto: colpo sferrato stendendo completamente il braccio in avanti, a colpire il volto o il busto dell’avversario. àˆ un pugno fondamentale, e viene portato sfruttando la torsione della gamba d’appoggio, della schiena e delle spalle
Gancio: pugno sferrato mantenendo il braccio piegato, ad uncino, ruotando la spalla
Montante: colpo sferrato dal basso verso l’alto, a cercare solitamente il mento dell’avversario, anche se può essere diretto anche al busto o all’addome.

kick_direttoDiretto kick_gancioGancio kick_montateMontante

Tecniche di calcio

Esistono diverse tecniche di calcio nella kickboxing; di queste alcune vengono considerate fondamentali, altre sono varianti o tecniche speciali che possono essere utilizzate in combattimento. Le tecniche fondamentali di gamba utilizzate nella kickboxing sono il calcio frontale, il calcio laterale,il calcio circolare,calcio ad ascia:

Calcio frontale: sferrato portando la gamba al petto e poi stendendola in avanti, per colpire con l’avanpiede, o più raramente, il tallone.
Calcio laterale: simile al calcio frontale ma sferrato da posizione laterale, ruotando la gamba d’appoggio di 45º e andando a colpire con l’altra utilizzando il taglio del piede;
Calcio circolare o rotante: sferrato muovendo la gamba con una traiettoria -appunto- circolare, colpendo con la tibia o con la monta del piede. Viene realizzato torcendo tutto il corpo, a partire dal piede d’appoggio che, nell’esecuzione, ruota di 45º in avanti nella direzione del movimento. Può essere diretto alle gambe dell’avversario, e si parla in questo caso di calcio basso (low kick), al fianco (calcio medio o middle kick) infine al volto (calcio alto o high kick).
Altre tipologie di calci comprendono, fra gli altri, il calcio incrociato (crescent kick), in cui la gamba compie un movimento laterale ascendente a colpire il volto, il calcio discendente (axe kick), nel quale il movimento è opposto a quello del crescent kick e il piede cade dall’alto verso il basso e lateralmente, usato solitamente per aprire la guardia avversaria, o il calcio ad uncino (hook kick) che consiste nel colpire con una traiettoria di rientro effettuando una rotazione di 360° (di pianta piede o tallone).

kick_calciofrontaleCalcio frontale kick_calciolateraleCalcio laterale
(nell’immagine in incontro)
kick_calciosemicircolareCalcio semicircolare kick_calciocircolareCalcio circolare