E sono 180 gare fatte da veterano master, dopo quasi 6 mesi di stop per un grave infortunio muscolare.
Finalmente, grazie alla WMAC Italia e ai maestri Mauro e Sergio De Marchi, i quali mi hanno dato la possibilità di confrontarmi ancora in una competizione di kata. Ho re-indossato il mio Gi e, in questa meravigliosa festa di arti marziali, denominata WMAC on the Beach, ho dato lustro a due dei miei kata preferiti: il Seisan e il Shisochin. Questi due kata mi hanno visto protagonista con il 3° posto nella categoria open, con Seisan, e al 1° posto ex aequo nei master +45 anni, col Shisochin.
Bella rinascita e malgrado i miei “66” anni non mollo ancora, soprattutto con la prospettiva di continuare a migliorarmi, rifletto facendo mio il pensiero di Robert Hunt:
“C’è qualcosa di spiritualmente gratificante nel sapere che sto eseguendo gli stessi movimenti, in modo molto simile ai miei predecessori nel karate di 350 anni fa. Mi lega alla storia e al futuro. Mi fa sentire contemporaneamente antico e moderno. Dà radici e significato alla mia vita.
Chi sa che cosa una persona ottenga dal karate? La risposta è diversa come gli uomini che lo praticano. Varia come la vita.
Per il kata, seguite il consiglio di Kimo Sensei e lasciate che il kata vi guidi. Arrendetevi. Smettete di esibirvi per qualcun altro e lasciate che il kata prenda il sopravvento. La libertà è impagabile. Grazie, Kimo Sensei.
E per quanto riguarda la tensione tra l’originale e il moderno – c’è sempre tensione. La vita è tensione.
Fate quello che volete. Godetevi il kata. Smettete di preoccuparvi. Andate dove vi porta.
Arrendetevi al kata.”