Difesa personale

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(Tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

Con autodifesa, o difesa personale, si indica la capacità propria di difendersi dai pericoli e dalle minacce all’integrità fisica e psichica. Essa consiste anche nel saper gestire (o evitare) una disputa (non necessariamente violenta) tra individui che, per svariati motivi, possono giungere ad uno scontro.

E’ molto diffusa l’opinione che la difesa personale sia solo un insieme di tecniche ed insegnamenti atti ad atterrare un avversario prima che sia lui a farlo, confondendo l’autodifesa con lo street fighting. In realtà la difesa personale comprende sia tecniche fisiche per la difesa dalle aggressioni, sia tecniche psicologiche.

Prevenzione

La prevenzione è un concetto fondamentale dell’autodifesa, e per questo viene incluso negli studi di queste tecniche. La prevenzione serve ad evitare inutili situazioni di rischio per la persona. Può sembrare un’ovvietà , ma spesso questo concetto non è compreso immediatamente da chi si avvicina per la prima volta ad una scuola di difesa personale. Il detto “Prevenire è meglio che curare” può essere adottato anche in questo campo.

Tecniche di difesa

La difesa personale deve essere vista come una cultura di prevenzione adatta a tutti. Lo studio di un’arte di difesa prima di tutto intende dare fiducia in sé stessi ed una conoscenza dei rischi e delle violenze, l’atteggiamento di una coscienza preventiva di qualsiasi attacco.

L’attività di difesa personale parte da due filosofie essenziali:

  • Essere preparati
  • Serve solo per difesa e mai per offesa

Le tecniche di difesa personale si differenziano per due caratteristiche fondamentali:

L’applicazione: devono cioè essere eseguite nel modo più efficace possibile, e soprattutto non ci sono esclusioni di colpi;
La durata: mentre l’allenamento sportivo prepara l’atleta ad affrontare incontri molto lunghi, suddivisi magari in più round, quello di autodifesa prepara l’allievo ad affrontare scontri che magari possono durare pochi secondi. Lo scopo non è ovviamente quello di totalizzare più punti dell’avversario, ma quello di terminare lo scontro a proprio favore e nel più breve tempo possibile.
Le tecniche di difesa dalle aggressioni fisiche sono molteplici e variano da scuola a scuola. Tutte però hanno in comune la ricerca della semplicità di esecuzione e l’efficacia. E’ importante che una tecnica di difesa entri nella memoria fisica di chi la esegue, cioè deve essere eseguita spontaneamente; la tecnica non deve essere pensata, deve essere eseguita e basta, come se il corpo reagisse per istinto. Non esiste una tecnica in assoluto più efficace di altre, ma esiste una linea guida da seguire affinché la tecnica utilizzata lo possa diventare.

Le più diffuse sono:

  • Cercare di mantenere l’iniziativa, incalzando l’avversario per non dargli il tempo di reagire e possibilmente di attaccare;
  • Puntare alle parti anatomiche più esposte e delicate (per es. occhi, naso, genitali);
  • Ogni parte del corpo può diventare un’arma, senza dimenticare che praticamente qualsiasi oggetto può essere usato allo stesso scopo.

Attacchi utili:

Colpi al naso: cercare di colpire l’avversario sul naso, così da guadagnare momenti utili per fuggire oppure per sferrare un colpo ai genitali, cosi da finire definitivamente l’avversario.
Colpo ai genitali: cercare di colpire con un calcio o una ginocchiata i genitali dell’avversario, così da finirlo definitivamente.
Calcio al ginocchio: se portato frontalmente poco sopra il ginocchio, può portare alla rottura dei legamenti dello stesso. Se viene portato un colpo a girare sul lato del ginocchio, può provocare la fuoriuscita della rotula e il Ko dell’avversario.

Sistemi di difesa personale

Le attività rivolte al miglioramento della difesa personale sono molte. Si evidenziano:

  • Studio di arti marziali
  • Studio approfondito ed utilizzo del corretto atteggiamento mentale
  • Uso di articoli dissuasivi
  • Detenzione, possesso e porto di un’arma
  • Uso delle guardie del corpo
  • Controllo della paura

Per quanto riguarda lo studio delle arti marziali non ci sono prescrizioni particolari, tranne la sana costituzione certificata da un medico.

Per quanto riguarda gli articoli dissuasivi come spray e taser, ci sono stati a livello mondiale diversi dibattiti in proposito, anche se in Italia vi sono problemi legali nel porto e nell’utilizzo di questi dispositivi.

Per il possesso e porto di armi le prescrizioni si fanno più severe. Infatti è necessario il porto d’armi (almeno nel caso in cui si voglia portare con sé o trasportare l’arma) che viene rilasciato a fronte di molti documenti, non ultimo la verifica di pendenze penali.

Per l’utilizzo delle guardie del corpo è chiaro che non ci sono prescrizioni medico/tecniche ed andrebbe valutata la reale necessità a causa del peso economico che comporta. Tuttavia in italia ,dal punto di vista legislativo, tale professione formalmente non può essere svolta, in quanto la protezione delle persone è attività esclusiva dello Stato e l’unica protezione consentita al singolo cittadino è quella che deriva dall’applicazione della legittima difesa.

Legami con le arti marziali

Lo studio della difesa personale si distingue da quello delle arti marziali per una serie di motivi, primo tra tutti il fine. Chi pratica un’arte marziale, ricerca solo in parte un metodo di difesa o offesa, nonostante in origine fossero arti di combattimento che prevedevano l’offesa e la difesa anche contro attacchi portati con armi, oggi le arti marziali sono per lo più considerate una pratica sportiva e nonostante possano essere usate per legittima difesa, utilizzarle in ambiti diversi da una situazione di pericolo può essere punito con diverse sanzioni e l’allontanamento dalla palestra.
Si può affermare quindi che, attualmente, le arti marziali sono praticate per lo più come attività sportive agonistiche o amatoriali, per filosofia o religione e più raramente (nonostante la loro efficacia) come tecnica di difesa.

Le tecniche di difesa personale, invece, sono studiate proprio per raggiungere il fine di sconfiggere un’aggressione. Esse prendono spunto da molte arti marziali come ad esempio l’Hapkido il Taekwondo il, Ju jitsu, il Judo, l’Aikido, il Karate, il Viet Vo Dao (arte marziale vietnamita) o il Kung fu, oppure da sistemi di combattimento come il Jeet Kune Do, il Wing Chun, il Krav Maga israeliano, il Qwan Ki Do, l’Escrima filippino o i più recenti sistemi di autodifesa Keysi Fighting Method, Total Fighting, Goshin jitsu e il Kombato.
La grande varietà di arti marziali esistenti consente differenti approcci allo scontro: alcune discipline infatti prevedono il danneggiamento dell’avversario, altre invece puntano esclusivamente al suo immobilizzamento.

“Killer instinct”

Il killer instinct, letteralmente istinto omicida, è quel rapporto che si deve sviluppare affinché si affronti nel modo corretto uno scontro [senza fonte]. Bisogna però soffermarsi a spiegare il significato di questa parola. Sviluppare il killer instinct non vuol dire nutrire odio nel prossimo e provare piacere nel farlo soffrire. Questo è semplicemente il termine inglese con il quale ai reparti speciali viene spiegato il concetto di istinto di sopravvivenza. Può voler dire di non tirarsi mai indietro di fronte alle difficoltà , la sopravvivenza propria e dei propri cari viene prima di tutto. Paul Vunak, un famoso insegnante di Jeet Kune Do,istruttore di reparti speciali americani Navy Seals,FBI,ecc. in una sua intervista disse: “…se devo combattere, io combatto. Se devo uccidere, io uccido. Se devo fuggire, io fuggo.”

Il killer instinct è un concetto particolarmente complicato da comprendere, proprio di certi modelli di scuole di autodifesa, destinato alla formazione psicologica e al corretto utilizzo delle tecniche che verranno poi imparate. Molto spesso viene assimilato male, galvanizzando l’allievo e ottenendo così un effetto controproducente.

ESSENZA DELLA DIFESA PERSONALE

CONCENTRAZIONE : PRESTARE SEMPRE ATTENZIONE ALL’AMBIENTE

SGUARDO : GUARDARE SEMPRE GLI AVVERSARI NEGLI OCCHI

EQUILIBRIO : IL CORPO DEVE ESSERE IN POSIZIONE OTTIMALE

RESPIRAZIONE : AVERE SEMPRE I POLMONI PIENI D’ARIA

VELOCITA’ : ESECUZIONE ISTANTANEA OD ANTICIPATA

DETERMINAZIONE : ABBINARE ALLA TECNICA LA VOCE

ENERGIA : RACCOGLIERE TUTTA LA PROPRIA ENERGIA VITALE NEL MOMENTO DEL BISOGNO

PONDERATEZZA : SAPER DECIDERE IL DA FARSI SUL MOMENTO SENZA ECCEDERE NELLA

DIFESA O SOTTOVALUTARE IL PERICOLO

I PRINCIPI

Il Sensei di una Scuola di JU JUTSU è solo il binario entro il quale i Treni, che sono gli Allievi, devono imparare a viaggiare. Chi insegna JU JUTSU si assume una grande responsabilità :

1) Il Maestro deve sapere bene se la Tecnica che sta insegnando è reale ed applicabile per strada ed in situazioni anche drammatiche

2) Il Maestro deve conoscere bene ogni possibile Attacco per poter impostare bene ogni possibile Difesa

3) Il Maestro deve conoscere a fondo ogni suo Allievo per potergli far giungere un messaggio che non ha riprove, infatti, per strada non esiste il Replay, quindi o si esegue a dovere una qualsiasi Tecnica o si rischia di soccombere

4) Il Maestro deve essere un < Ottimo Psicologo > perchè la Tecnica di Difesa Personale, per strada, nasce dalla Testa e non dai Muscoli

5) Il Maestro deve essere molto umile e molto preparato ed insegnare ai suoi Allievi dei Principi di Tecnica e non pretendere che.in quella occasione specifica venga eseguita quella Tecnica specifica in quel modo specifico QUESTO E’ UN ERRORE COLOSSALE ED IMPERDONABILE!

6) La Tecnica deve essere semplice, potente, risolutiva, efficace : Le Tecniche troppo lunghe ed elaborate si sbagliano facilmente e sono difficili da eseguire

7) Il Maestro deve saper trasmettere ai suoi Allievi il concetto che chi sta loro di fronte è sempre più forte e che, di conseguenza, se Difesa ci deve essere, questa sia concreta, immediata, risolutiva : ERRORE FONDAMENTALE E’ QUELLO DI SOTTOVALUTARE L’AGGRESSORE

8) Se gli Aggressori sono diversi occorre saper valutare bene la situazione – sarà meglio fuggire, se possibile – oppure anticipare l’aggressione attaccando per guadagnare tempo ¦ma chi attaccare ? Se possibile il Capo od il più Grosso od il più Forte, per crearsi un vantaggio psicologico sugli altri aggressori.

9) La Fuga la migliore Difesa Personale, sempre che sia fattibile ed efficace

10) Il saper distrarre l’Aggressore con la voce ,< Parlare >, molto utile; anche il fingere di sottostargli per poi colpirlo molto vantaggioso

11) Il saper usare le < Armi > di cui disponiamo ( oltre al nostro Corpo naturalmente ) : Sigaretta, Chiavi, Ombrello, Giornale, Fazzoletto, Borsetta, Biro, Occhiali ecc. ecc., fondamentale

12) L’eccesso di Difesa Personale inumano : MAI INFIERIRE SULL’AGGRESSORE GIA’ RESO INNOCUO !