Non partecipare a certe feste del nostro sport e non poter onorare il duro lavoro fatto dagli organizzatori della competizione di ieri, per me e per il mio ego di maestro e dirigente di un team è un vero peccato e sapere che Giovanni, Clara, Davide, Adriana, Diego, Fabio e tutto lo staff della YKKF hanno lavorato molto per la riuscita di questo 23° Christmas Stars ed è un vero grido di dolore da parte mia, avere iscritto soltanto quattro atleti che, hanno fatto anche il loro dovere tenendo alto il nome del Drago con quattro importanti risultati.
Quattro piccole macchie blu in un mare di partecipanti, ma per essere un vero team bisogna anche sapere sacrificare e partecipare, altrimenti gli altri conosceranno soltanto la caparbietà e la testa dura del maestro Walter Carraro e di sua figlia Rita, con questo mio pensiero finale ho esternato il mio malessere e chiudo con “il treno è passato e riprenderlo adesso sarà molto più difficile”.
La gara: bellissima manifestazione e ben organizzata, come detto prima, tantissimi bambini che hanno giocato lottando nei vari tatami messi a disposizione dalla YKKF, vincendo o perdendo la loro gara e portando a casa oltre al piccolo premio, anche la gioia di esserci stati ed avere conosciuto e condiviso con altri amici la loro stessa passione.
Molti ragazzi, adulti e master un po’ meno, ma le levatacce pagano sempre in soddisfazione personale.
Veniamo a noi: Riccardo, migliora i risultati precedenti e finalmente riesce a mettere i piedi sul podio, buon terzo posto. L’impegno c’è, adesso continuiamo senza perdere le opportunità che si presenteranno.
Marco, lavora, lavora e lavora sempre, vuoi la sfortuna o l’ansia da gara lo vede ancora una volta terzo, ma sta imparando..
Il sottoscritto “testa dura”, a 58 anni potrebbe fare il coach o il maestro e malgrado la sua scarsa capacità articolare, vedi shiko dachi e il suo nekoashi dachi, alto “vecchio retaggio del go ju americano”, continua sempre ad allenarsi ogni giorno, mettendo in discussione il suo karate e a confrontarsi con altri giovani atleti master, imparando che, l’avversario certe volte vince, perché ha il nome e che, il kata deve essere privo di sbilanciamenti e per questo giudicato per la sua esecuzione, inoltre la bandierina blu che ha premiato il suo kata nel 4-1 finale gli ha insegnato che ci sono anche grandi arbitri i quali vedono bene, giudicano bene e capiscono che il nome non conta. Comunque podio con medaglia d’argento.
Stessa cosa per sensei Rita, ieri ha imparato pure lei che c’è sempre qualcuno con una visione diversa dall’altro, cambiando con questo il valore della sua medaglia, da oro in argento, primo incontro 5-0, secondo 3-2 per l’avversaria.
Cosa abbiamo imparato oggi? Che dovremmo migliorare la nostra preparazione ed affinare di più la nostra tecnica.
Domani sarà un altro giorno, mai abbassare la guardia, perché domenica prossima ci sarà l’European Cup IAKSA di kickboxing.